Festa di S. Giuda Taddeo 2018

Seguire il Signore sui passi di San Giuda Taddeo è l’invito che padre Rafal ha proposto nel triduo in preparazione alla solennità del santo attraverso una riflessione sugli inizi della vocazione, sullo sviluppo e il processo di crescita, sulla formazione, sulla crisi e sulla passione che, il santo delle cause impossibili, ha vissuto facendoci così scoprire assieme a lui la strada che ogni persona battezzata, in quanto cristiana, cioè di Cristo, è chiamata a compiere.

È curioso che il Vangelo non ci racconti del primo incontro di Giuda con Gesù, chissà com’è avvenuto !, ma ce lo possiamo immaginare grazie al brano che questa solennità ci propone.

Gesù sceglie tra i discepoli alcuni e li chiama apostoli, un nome particolare che li trasforma, che li fa non soltanto seguaci vicini di Gesù ma anche portatori di una missione particolare.

Tutto ciò accade durante la vita pubblica di Gesù, ma questo non è il primo momento della loro chiamata; già da un po’ di tempo lo stavano seguendo da vicino, ciascuno di loro era stato chiamato personalemnte a condividere la Sua vita, ad ascoltare la Sua parola, a fare esperienza di Lui, a stare con Lui, a imparare da Lui, ma soprattutto impararLo come persona, come maestro, come Figlio di Dio.

Questo incontro ha segnato in loro l’inizio di nuova tappa della loro vita che è cambiata radicalmente in quanto hanno lasciato che Egli entrasse nei loro cuori e fosse Egli stesso presente in loro: “dietro di me”. Ecco il discepolato, l’apostolato, inizia proprio qui da un’esperienza forte di Gesù!

Egli poi assegna loro un nome nuovo che significa una missione nuova: “apostoli” vuol dire inviati, caricati di una certa missione, quella di portare Gesù alle genti nella sua parola, nella sua attenzione agli infermi, ai bisognosi..

Non li chiama ad essere dei bravi predicatori bensì a condividere la loro esperienza personale, innanzitutto la fede, questo dono prezioso ricevuto, come il pane quotidiano spezzato per gli altri, con chi è affamato, con chi ne ha bisogno; condividere inoltre anche un’attenzione particolare ai bisogni materiali e quotidiani di cui necessita ogni persona incontrata.

Dopo aver scelto questi apostoli, il Vangelo ci racconta che il Signore scende dalla montagna si avvicina alla gente e predica, serve, guarisce, cioè si fa attento ad ogni loro bisogno e questa sua attenzione diviene la missione stessa degli apostoli.

È curioso questo modo di agire di Gesù nei confronti dei suoi discepoli. Già nell’Antico Testamento c’erano profeti che avevano i loro seguaci, cioè qualcuno che si avvicinava a loro perché voleva ascoltare il loro messaggio, perché desiderava seguire il maestro. Ma ciò che è interessante, nel caso dei discepoli e di Gesù, è che è lo stesso maestro, Gesù in persona, a dire: “Vieni e seguimi!” a ciascuno di loro. Se San Giuda appare dopo, ovvero durante la tappa di vita pubblica di Gesù, è frutto di quella chiamata taciuta nel Vangelo ma assolutamente necessaria, è il mistero dell’incontro che non può mancare, ed è un incontro con la persona viva di Gesù e non con un’idea, una dottrina, una scuola filosofica o teologica, non con un’immagine, un quadro, una statua, no! è con Gesù vivo, Gesù di Nazareth, che chiama questo Giuda a lasciarsi plasmare dal maestro, a lasciarsi correggere e guarire.

Dunque l’inizio di questa storia è un incontro che cambia, che fa cambiare i propri progetti, che fa lasciare la vita ordinaria e organizzata per divenire apostolo, ma diviene poi relazione che, costruita giorno dopo giorno, viene purificata, approfondita, rafforzata affinché la persona si lasci guidare come un bambino.

Guardare San Giuda Taddeo nel processo della sua chiamata, del suo discepolato, ci porta a scoprire proprio tutto questo, sia nell’aspetto umano che quello di Grazia che agisce in lui, in noi.

Gesù davvero ha conquistato il cuore di questo Giuda e degli altri apostoli? Gesù ha davvero trasformato la vita di questo apostolo? Durante il cammino di sequela c’è stata anche un’esperienza di rottura, segno di vergogna e che magari suscita scandalo, è l’esperienza in cui anche lui, come gli altri apostoli, scappa, in quanto non è capace di seguirLo. È il momento della prova, della via crucis del Signore. Ecco il momento della crisi di quell’esperienza dove sembra crollare tutta la vita, la speranza, tutti i progetti, tutta la fiducia.

La croce ha segnato  la fine di questa prima tappa durata circa tre anni , della bella esperienza di seguire Gesù  ma è stata anche il la di una seconda chiamata, cioè quella di vivere e capire che questa missione affidatagli non poteva essere compiuta con le sole proprie forze, fedeltà, perfezione, no! Gesù ha scelto lui,  e con lui tutti gli altri uomini determinati ma fragili, per compiere grandi cose, perché attraversando l’esperienza della notte, toccando la propria fragilità, riesce a lasciarsi trovare da Gesù risorto, da Gesù misericordioso e lasciarsi chiamare un’altra volta.

In questa storia ci possiamo ritrovare anche noi oggi perché San Giuda Taddeo, come gli altri discepoli, fu parte di questa comunità primitiva della Chiesa e ci insegna che anche noi dobbiamo attraversare questa esperienza pasquale, immergerci nella croce del Signore, entrare nella tomba per poter poi incontrare il Signore vivo e rinascere, per poter assumere davvero questa missione che Egli ci affida e compierla fedelmente non basandoci sulle nostre forze ma sulla Grazia che vuole operare in noi.

Uomo di fede, uomo fragile è il nostro San Giuda Taddeo che si lascia trasformare dal Signore, che si lascia condurre per mezzo dell’esperienza della Pasqua, della croce, della tomba, fino alla vita nuova. Anche noi, come lui, siamo invitati a seguire i suoi passi, a tuffarci nel mistero di Cristo e lasciare che il suo Volto si imprima nel nostro cuore, nella nostra vita, e così, in forza del Battesimo che ci è stato donato, da veri cristiani possiamo portarLo ad altri fino ai confini del mondo, beh! in primis ai vicini, con le parole semplici di ogni giorno, con un sorriso e uno sguardo, con un gesto, con la vita, e giungere così a spezzare davvero il Vangelo con gli altri e ad avvicinarli a Lui. Affidiamoci a questo grande Santo e impariamo a seguire il Signore, a vivere ciò che ci è stato affidato per mezzo del battesimo nel suo nome.

 

IL CULTO DI SAN GIUDA TADDEO NEL MONDO

“Ovunque vada, trovo sempre un amico speciale: S.Giuda Taddeo. Mi accoglie con qualche segno improvviso e inaspettato e mi accompagna. Mi sento protetta, a casa, non mi sento più sola .Pare voglia dirmi : “Non dimenticarmi, io sono sempre con te!”

Così ci raccontava una fervida devota di San Giuda e una cara amica della “Piccola Casa” e ci spiegava che in qualsiasi Paese estero andasse trovava sempre chiese, statue, quadri, monumenti, o qualsiasi altra testimonianza della nascosta ma grande devozione fiorita intorno al grande apostolo San Giuda Taddeo.

Già nel 1940 l’infaticabile cappellano della nostra chiesa, Monsignor Terzariol, rendeva noto di aver scoperto a Chicago, negli Stati Uniti, nella Chiesa di San Pio, una bellissima cappella ed un altare dedicato alla venerazione dell’apostolo San Giuda. “ L’altare è tutto di marmi importati dall’Italia, dalle famose cave di Pietrasanta: su di esso c’è una statua dell’Apostolo. La cappella è tutta decorata ed una fascia la percorre dove sono riportate delle parole messe in bocca a S. Giuda il quale promette di esaudire quanti ricorrono a Lui. Innanzi ed ai fianchi dell’altare ci sono degli artistici banchi di ferro battuto sopra i quali ardono nel vero senso della parola centinaia di ceri e lumi votivi; segno tangibile del forte e diffuso culto esistente nella città americana verso il nostro grande Santo.”

Sempre lui parla di alcuni libricini di preghiere che gli sono stati mandati dall’estero: il primo è in lingua spagnola, stampato a Santiago del Cile. Il suo titolo è significativo: “Novena all’avvocato dei casi disperati e consolatore degli afflitti San Giuda Taddeo, che si recita davanti alla sua immagine miracolosa nella basilica del Cuore di Maria.” Dunque c’è anche una sua immagine miracolosa. Il secondo è in lingua inglese, stampato negli Stati Uniti, nel convento delle Suore Benedettine dell’Adorazione Perpetua in Clyde. Il Padre ci faceva notare due particolari significativi di questo libretto: che nel 1940 era giunto alla 16.ma edizione, raggiungendo il numero di 960.000 copie, il che significava un notevole numero di devoti già allora… Il terzo giungeva dalla Svizzera ed era in lingua tedesca. S’intitolava “San Giuda Taddeo, potente aiuto nelle gravi angustie della vita”. Il titolo sembra molto eloquente e si vede che chi compose il libretto e chi l’approvò dovevano aver sperimentato l’intercessione del Santo, perché è difficilmente giustificabile in altra maniera tanta fede e certezza espressa nel titolo.

Nella bibliografia dell’apostolo si legge che parte delle sue reliquie fu portata a Tolosa e parte a Reims.

Nel secolo VIII, al tempo dell’imperatore Carlo Magno, Tolosa era diventato un centro di particolare devozione a questo Santo, al punto che ben pochi sono i pellegrini che recandosi a Lourdes da tutti i Paesi d’Europa non vi facciano tappa per recarsi all’altare di San Giuda e raccomandarsi alla sua potente protezione. Qui, nella Basilica di S. Saturnino, si può ammirare una splendida cappella a lui dedicata vicino quella di S. Tommaso d’Aquino.

Anche a Reims, l’Apostolo è molto venerato. Già nel 1059 l’imperatore tedesco Enrico III fondò a Goslar una collegiata dedicata agli apostoli Giuda e Simone che vengono festeggiati lo stesso giorno.

Sebbene alcune città europee si siano contese le sue reliquie, dopo il XVII secolo il culto di San Giuda si propaga e accentra nell’Europa orientale:in Polonia il culto è diventato sempre più popolare. In questa nazione infatti il nome di Taddeusz, usato preferibilmente a quello di Giuda, è frequente e l’immagine dell’apostolo comune nell’arte popolare. Il poeta polacco Mickiewicz ha intitolato la sua più celebre composizione “Pan Taddeusz””(Messer Taddeo). Un trittico della scuola di Opatowki (XV secolo Museo Narodowe di Varsavia) pone S. Giuda Taddeo a lato della Vergine, lo raffigura come un uomo giovane, con una lunga barba che porta nella destra un’alabarda e nella sinistra un libro.Josef Mehoffer, artista polacco moderno, lo ha raffigurato tra gli apostoli con ricche vesti di foggia medioevali in una vetrata della cattedrale di Friburgo in Svizzera dove già ci è stata segnalata una sua statua.

In Cecoslovacchia ricordiamo la statua di Giuda con la mazza, opera di Matteo Braun, nella cattedrale di Praga ( XVIII sec.)

Sempre a Praga si trovano tantissime statue del Santo, molto venerato, in chiese, facciate, ponti, piazze…

Sul ponte Carlo, il ponte principale della città, sulla facciata della chiesa di S. Enrico, nella chiesa di S. Giuseppe, nel Convento dei Cappuccini.

In Austria, nel museo di Vienna, si trova una bellissima raffigurazione, opera di Van Dyck (1620)

Nel XVIII sec. S. Clemens Maria Hofbaner conobbe il Santo in Polonia, ne diventò un grande devoto, così portò l’adorazione a Vienna nel convento delle Orsoline dove fu padre spirituale e incitò le Suore a rivolgersi con fiducia a S. Giuda. A Friesach (Austria) si venera un suo quadro nella Chiesa parrocchiale. Nel museo di Tours si può ammirare una rappresentazione del suo martirio eseguita da Francesco Providoni (XVII sec.), e ancora dal Maulbertsch in un quadro nel museo dell’arte barocca di Vienna.

In Germania, nella chiesa di S.Andrea a Colonia, si trovano i busti in argento con le reliquie dei Santi Giuda Taddeo e Simone, scoperti, per così dire, da una signora di Bologna durante un suo viaggio in Germania. A Monaco di Baviera, nella chiesa di S.Pietro, c’è una statua e a Blutenburg . Ci giungono testimonianze di devozione attraverso un periodico dal titolo “Thaddaus – Heim” da Dudingen, un’altra immagine del Santo proviene da Rosenheim in Monaco.

In Svezia, grazie a Santa Brigida che ne era molto devota, si è diffuso il suo culto. Una rivelazione privata di Gesù a Santa Brigida “esorta ad invocarlo con fiducia”.

Ci arrivano segnalazioni, santini e immagini del grande Taumaturgo sotto varie sembianze, in tutte le lingue, da tutte le parti del mondo. Dal Canada, da San Paolo del Brasile, dalla Cattedrale di Toledo in Spagna dove c’è quel bel dipinto di San Giuda di El Greco, dal convento dei Cappuccini di Kalkara, dall’Inghilterra e precisamente da un Monastero Carmelitano di Faversham nel Kent, dalla Chiesa de Los Angustias di Vallodolid, dalla Chiesa di S. Agostino a Honolulu ,Hawai, da New York dove nella Dominican Shrine of St. Jude 411 East 68th Street si venera una statua del Santo.

Come possiamo constatare il suo culto si è diffuso ovunque: in Europa, in America, in Asia, in Africa, in Australia.

In Africa, e precisamente a Nairobi in Kenya, un padre francescano, Fr.Publius Cassar, ha diffuso e rinvigorito la devozione al Santo facendone una missione. Ci invia una bella testimonianza: “La mia devozione verso questo Santo risale al 1947, quando ero un giovane missionario in India. Dall’India ho trasportato questa devozione a Malta nel 1957, poi in Australia nel 1960 e finalmente in Kenya nel 1982-83. In questi Paesi esisteva già la devozione, ma era latente e nessuno la diffondeva . Io ho preso l’iniziativa, sono andato nella stazione della Radio, alla TV, ai giornali e così molta gente è venuta a sapere dell’esistenza di San Giuda e che è proclamato “Patrono dei casi impossibili”. Ho pubblicato diversi libretti in maltese e in inglese. Ogni giovedì sera c’è la celebrazione della S.Messa in onore di S. Giuda e vengono tutti: musulmani, indù, sichks, protestanti vengono individualmente e portano candele, fiori, incenso e offerte. La gente mi chiama il padre ( cioè l’incaricato) di S. Giuda Taddeo per promulgare la devozione e mi chiamano fra Taddeo”. Quindi prosegue comunicandoci la costruzione di una nuova Chiesa in onore di S. Giuda Taddeo, visto che fino a quel momento e per nove anni aveva fatto uso di un garage. Il luogo esatto è Westlands.

Anche dalla Nigeria ci hanno scritto due giovani padri Carmelitani, testimoniando la devozione al Santo delle loro famiglie. Qui è stata creata una “Società di S. Giuda Taddeo”. E loro stessi testimoniano di grazie e favori ricevuti dal grande Taumaturgo.

Anche le nostre Suore di origine brasiliana ci raccontano di una radicata e fervida devozione al Santo in tutto il Brasile e in particolare in Amazzonia da dove loro provengono. Non c’è 28 del mese che, anche a costo di enormi sacrifici, non si rechino, percorrendo a volte chilometri e chilometri, nelle Chiese per onorare S. Giuda Taddeo.

E in Medio Oriente, in Mesopotamia? C’è rimasto qualcosa di Lui? Nella terra calpestata dai suoi sandali, bagnata dal suo sangue? Nei luoghi che l’hanno visto Apostolo del Signore, fare prodigi, evangelizzare?

Nel leggere le poche notizie giunte fino a noi della sua fine terrena, le versioni sia sul martirio infertogli che sul luogo sono varie e contraddittorie: c’è chi dice che l’Apostolo morì nella città di Suamyr, ucciso a colpi di bastone, e chi che sia morto ad Arado vicino Beirut nel Libano. Non lo sapremo mai! L’unica segnalazione pervenutaci è quella di una cara amica e devota di S. Giuda Taddeo, Paola Baldieri, che programmando un viaggio in Iran ha scoperto una località, nella regione a Nord dell’Iran, l’Azerbaijan, vicino al Mar Caspio, dove sorge una chiesa dedicata all’Apostolo. La Karakelisa o Chiesa Nera, viene chiamata così perché costruita con pietre bianche e nere, è una chiesa grandiosa, in stile armeno, in mezzo ad una pianura desertica, circondata da montagne rosseggianti. La tradizione dice che in questo luogo venne martirizzato ed ucciso l’apostolo Taddeo nel 39 dopo Cristo. Questa Chiesa è chiusa tutto l’anno ed un custode mussulmano la apre su richiesta dei visitatori. Solo durante un breve periodo, a Luglio, la chiesa viene aperta e vi si celebra una grande festa che dura tre giorni con processioni, canti e danze popolari.

Le funzioni sono di rito armeno perché la Chiesa appartiene alla Chiesa armena e i pellegrini arrivano a migliaia da tutta la zona e si accampano nella spianata intorno alla Chiesa. Siamo venuti a sapere inoltre che non tutti festeggiano il Santo nello stesso giorno. La Chiesa greca celebra la festa di S. Giuda Taddeo il 19 giugno, l’armena il 16 febbraio, la copta il 2 luglio, mentre la Chiesa romana il 28 ottobre.

Carissimi amici e devoti, tutto il materiale esaminato dice sorprendentemente come la conoscenza e la devozione al Santo apparentemente è minima, al contrario è un fatto che si impone con la sua vastità e profondità.